L’Ambulatorio di Chirurgia Robotica nei presidi piemontesi di Habilita

05/04/2024

Habilita ha portato il futuro nel presente. In ambito di chirurgia ortopedica è infatti uno dei pochissimi gruppi che può contare sull’utilizzo di strumenti robotici di altissimo livello per gli interventi di chirurgia protesica di anca e ginocchio. Il connubio tra intelligenza artificiale e professionisti di alto livello si è rivelato vincente. In Habilita Villa Igea, la casa di cura di Acqui Terme (AL) e Habilita I Cedri, la casa di cura di Fara Novarese (NO) sono sempre di più, infatti, le persone che si sottopongono all’intervento di protesi completa di ginocchio, (in Habilita Villa Igea) con l’utilizzo di Rosa Knee, il sistema robotico che accompagna il chirurgo sia prima che durante l’operazione, oppure di anca e ginocchio (in Habilita I Cedri) con il sistema Mako, il nuovo robot assistito ad alta tecnologia per la chirurgia che consente al chirurgo di operare con estrema precisione. Il primo professionista di Habilita a utilizzare Rosa knee è stato il Dr. Federico D’Amario, responsabile dell’ambulatorio di chirurgia robotica. Per consentire anche all’utenza di poter accedere a questo avanzato sistema di intelligenza artificiale, in entrambi i presidi piemontesi di Habilita è attivo l’ambulatorio di chirurgia robotica «L’ambulatorio – spiega il Dr. D’Amario – si rivolge soprattutto a pazienti affetti da artrosi di anca e ginocchio a cui possiamo proporre una soluzione innovativa ed efficace caratterizzata dalla tecnologia avanzata che contraddistingue Habilita. Sia a Fara Novarese che ad Acqui Terme viene effettuata una visita specialistica approfondita con l’obiettivo di evidenziare la gravità della patologia e individuare la miglior cura possibile».

Quali sono i segnali che indicano che è il caso di effettuare una visita medica?

«Parliamo di dolore, algia e impotenza funzionale all’articolazione che comportano una difficoltà al cammino, una difficoltà nello svolgimento dell’attività sportiva. Negli ultimi anni la chirurgia ricostruttiva di anca e ginocchio ha fatto importantissimi passi avanti e l’acquisizione di tecnologia robotica ha migliorato ulteriormente i risultati permettendo di ottenere soluzioni definitive ottimali».

Qualcuno può essere spaventato dall’idea di dover portare una protesi?

«Vorrei fare chiarezza su questo argomento – prosegue il Dr. D’Amario –. Quando si parla di protesi, ancora oggi, c’è chi teme di non poter più tornare alla vita di prima. Questo è totalmente sbagliato. La protesi rappresenta una soluzione definitiva che permette al paziente di tornare alla propria attività con una buona qualità di vita».

Solitamente in quale fascia d’età è consigliabile sottoporsi ad un intervento di protesi?

«Sulla base della mia esperienza direi che superati i 60 anni è un intervento che si può fare senza alcun problema e che fornisce risultati di alto livello. Ci sono però situazioni come quelle di lavoratori manuali o agricoltori, in cui lo sforzo fisico è particolarmente elevato, in cui già a 50 anni si incontrano casi molto gravi e per cui è necessario un intervento di protesi al ginocchio».

Quali sono i vantaggi che derivano dall’utilizzo della robotica?

«I vantaggi sono innumerevoli. Se dovessi sceglierne uno particolarmente evidente per il paziente direi la possibilità di avere un ricovero veloce per quelle patologie che non necessitano tempi di immobilità molto lunghi. Parliamo di un ritorno all’attività quotidiana nel giro di 2/3 settimane. Inoltre sottolineo il fatto che la permanenza in ospedale viene drasticamente ridotta, il ché direi che rappresenta un fattore non secondario».

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