L’Ambulatorio dell’arto superiore in Habilita I Cedri

24/06/2022

In Habilita I Cedri, la Casa di Cura di Fara Novarese (NO), viene arricchito il servizio ambulatoriale di Ortopedia. Da pochi giorni, infatti, è stato attivato l’ambulatorio per patologie ortopediche dell’arto superiore con la Dr.ssa Maria Serena Tajana. La Dr.ssa Tajana è già presente nelle équipe che intervengono nelle sale operatorie di Habilita I Cedri, ma ora per i pazienti sarà possibile sottoporsi a visite specialistiche ambulatoriali.

«Mi sono sempre occupata di ortopedia e traumatologia in generale – spiega la Dr.ssa Tajana –, ma la mia specializzazione è sull’arto superiore: spalla, gomito e mano. Nel corso degli anni ho acquisito una grande esperienza nell’ambito della chirurgia artroscopica adatta a curare le patologie della cuffia di rotatori (quella che nel gergo comune viene spesso chiamata periartrite); tratto poi tutta la parte degenerativa, vale a dire artrosi della spalla, patologie reumatiche, che invece possono essere corrette con la chirurgia protesica di spalla. Ho una vasta esperienza in ambito traumatologico con un occhio di riguardo anche agli sportivi, frequentemente soggetti a traumi (ad esempio la lussazione di spalla) oltre che a problemi di usura».

Le visite che effettua sono propedeutiche ad un intervento in sala operatoria?

«Non è detto che sia così, anzi. Non bisogna pensare che una visita ortopedica comporti necessariamente il bisogno di passare sotto i ferri. Anzi, nella mia filosofia professionale privilegio sempre la ricerca di una soluzione che non preveda il transito in sala operatoria. Da me si presentano pazienti con dolori alla spalla di varia natura: da quelli cronici-degenerativi a quelli traumatici. Solo in base ad una visita approfondita, eventualmente accompagnata da esami diagnostici, si trova la soluzione più congeniale per ogni singolo caso, cercando sempre di privilegiare terapie riabilitative e conservative e cercando di scongiurare, ove non strettamente necessario, l’intervento chirurgico».

Quindi non tutti coloro che vengono da lei, poi, devono sottoporsi ad un intervento chirurgico.

«Tenete presente – prosegue la Dr.ssa Tajana – che se non sono presenti gravi lesioni di tipo tendineo, nella maggior parte dei casi il problema si può risolvere attraverso un corretto percorso di riabilitazione. Al termine del percorso riabilitativo, dopo una visita di controllo in cui vengono valutati i progressi funzionali e clinici, il paziente viene indirizzato verso un nuovo iter riabilitativo o chirurgico a seconda della situazione. Ricordo, tra l’altro che recentemente Habilita I Cedri ha attivato la convenzione con l’SSN anche per i percorsi riabilitativi. Ciò ha consentito di ampliare la platea di coloro che possono usufruire di questo importante servizio».

Che tipologia di pazienti si rivolgono solitamente a lei?

«Da me si presentano pazienti di un po’ tutte le categorie ed età: dall’anziano con dolore al paziente che non fa attività fisica, fino all’atleta che ha subito un trauma. Naturalmente in base all’età del paziente cambiano anche le patologie più ricorrenti: nei pazienti più giovani riscontro con maggior frequenza problemi di lussazioni o, più in generale, di instabilità traumatiche. Con l’aumentare dell’età tratto sempre più frequentemente patologie degenerative. Il trauma è fattore comune a tutte le fasce d’età, ma viene affrontato in modo differente in base alle necessità funzionali del paziente».

Perché è consigliabile evitare di rimandare la visita dallo specialista dopo che si manifesta un dolore?

«Nella spalla il rischio di trascinare in lungo determinate problematiche è ancora più alto rispetto ad altri distretti corporei. Il dolore sofferto è solitamente più tollerabile rispetto all’anca o al ginocchio poiché non ci si cammina sopra. Quindi molti ritengono di risolvere, o controllare, il problema solo con l’ausilio di un terapista o semplicemente limitando la funzionalità dell’arto. Solo quando il problema non si risolve si rivolgono al medico. Ecco, in questo caso mi sento di suggerire di invertire le due azioni. È importante rivolgersi subito al medico specialista che solo dopo una diagnosi precisa può indirizzare il paziente verso il corretto iter terapeutico. Invertire l’ordine dei fattori, e soprattutto non intervenire con tempestività alle prime avvisaglie di disfunzione, può pregiudicare in maniera significativa il risultato finale».

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