
La Medicina Rigenerativa nel Centro di Diagnosi e cura del Dolore
24/02/2022
In Habilita San Marco, il poliambulatorio di Piazza della Repubblica 10 a Bergamo, è attivo il Centro di Diagnosi e Cura del Dolore. Il referente di questo servizio è il Dr. Massimo Allegri. Lo abbiamo incontrato per parlare di medicina rigenerativa, l’ultima frontiera nell’ambito della medicina del dolore a supporto, soprattutto (ma non solo), dei pazienti che praticano attività sportiva a livello amatoriale, spesso sono vittime di dolori e infiammazioni.
«La medicina rigenerativa – spiega il Dr. Allegri – ha avuto un forte impatto sulla terapia del dolore e ha cambiato le nostre capacità di guarire i soggetti che provano dolore. Ora abbiamo la possibilità di utilizzare alcune componenti del nostro organismo, come sangue o grasso, e di collocarle esattamente nel distretto corporeo dolente, in modo da aiutare la persona ad accelerare i processi di autoguarigione dall’infiammazione eliminando in tal modo il dolore».
Non viene rigenerato qualcosa nel senso stretto del termine?
«Esatto. Con questa tecnica particolare otteniamo un booster che favorirà l’autoguarigione della persona, grazie all’attivazione selettiva dei meccanismi che portano alla risoluzione dell’infiammazione e alla guarigione dell’area infiammata. Può essere definita come la “medicina della medicina del dolore”. Finalmente disponiamo di un sistema che, non solo ci permette di risolvere la causa del dolore, ma ci garantisce una risoluzione del problema anche nel lungo periodo. Il tutto senza l’utilizzo di farmaci, ma solo grazie all’attivazione delle capacità rigenerative del nostro organismo».
Quali sono i soggetti che possono ricorrere a questo tipo di medicina?
«Attualmente la medicina rigenerativa è rivolta a tutte quelle persone che lamentano un dolore articolare (in particolare a spalla, anca o ginocchio), un dolore lombare o sacro-iliaco o dolori alle piccole articolazioni che ne limitano la capacità funzionale. Quando parliamo di dolore, però, non dobbiamo pensare a soggetti che non si muovono più a causa di patologie degenerative molto avanzate. Facciamo riferimento al giovane tennista che prova dolore al gomito o al golfista che, quando gioca, ha male alla schiena, oppure a chi è limitato nell’attività lavorativa per diversi dolori. Sempre in ambito sportivo amatoriale, pensiamo al ciclista e al maratoneta che, a causa di una sollecitazione continua, vanno incontro a dolori infiammatori. Poi, al di fuori dell’ambito sportivo, possiamo pensare alla persona che trascorre molto tempo in macchina e che, quando lavora, può avvertire dolore. Non a tutti è noto che circa il 40% dei soggetti che praticano sport ha dolori acuti e una parte di essi ricorrenti e addirittura cronici. In Italia vi sono più di 15 milioni di persone che praticano attività sportiva con una certa continuità».
Che rischio si corre se non si interviene sul dolore?
«Se non sono presenti particolari indicazioni, si tratta di dolori che normalmente tendiamo a trascinare nel tempo, e il rischio è che diventino cronici. Ricordiamo che trattandoli esclusivamente con farmaci spesso non si ottiene una vera guarigione. C’è da considerare poi il fatto che noi siamo portati, per natura, a non sopportare a lungo il dolore e, di conseguenza, a limitare sempre più la nostra funzione. La medicina rigenerativa rappresenta la soluzione ideale per migliorare le proprie capacità sportive e poter praticare attività fisica in salute. In Habilita si integra perfettamente non solo con la diagnosi e il trattamento del dolore, ma anche con la fisioterapia e i trattamenti riabilitativi. L’obiettivo è fare in modo che la persona non solo torni a star bene, ma torni a vivere meglio di prima».
Mediamente, dopo quanto tempo si vedono i risultati?
«Naturalmente in questi casi si deve abbandonare la concezione che si ha quando si assumono dei farmaci: attendere un effetto quasi immediato. In questo caso non si tratta di una risposta farmacologica, ma i risultati si vedranno con la guarigione della causa del dolore. È quindi un processo più lento ma sicuramente più naturale. Nel caso, ad esempio, di un’infiltrazione di grasso nelle articolazioni del ginocchio e dell’anca, si vedono i primi risultati dopo circa tre mesi, ma l’effetto ha una durata che può arrivare fino a due anni. E, nel caso in cui non fosse presente un’indicazione chirurgica, la problematica potrebbe avviarsi alla risoluzione. Lo stesso discorso è valido anche per il dolore alla schiena, ma in questo caso l’effetto analgesico è più immediato. I prodotti del sangue invece hanno un’efficacia ridotta a livello temporale (6/12 mesi), ma entrano in funzione più rapidamente. Per questo motivo è importante calibrare la terapia corretta in base alle esigenze del singolo paziente, per una vera medicina personalizzata».