L’intolleranza al lattosio è una condizione patologica caratterizzata da distensione e dolore addominale generalizzato, flatulenza e transito di feci acquose.
Tale condizione è causata da una riduzione dell’enzima lattasi correlata ad una carenza geneticamente determinata nella produzione dell’enzima dall’età, o ad una ipolattasia secondaria che si verifica invece quando un danno della mucosa del tenue provoca un temporaneo deficit di lattasi.
Il deficit di lattasi primario è una condizione piuttosto diffusa nella popolazione mondiale, ma con sostanziali variazioni tra i diversi gruppi etnici. In Italia il deficit di lattasi interessa in media il 40-50% della popolazione, con punte di prevalenza particolarmente elevate nelle popolazioni meridionali potendo raggiungere il 70% in Campania e Sicilia.
In carenza o assenza dell’enzima lattasi il lattosio somministrato scende attraverso il tratto gastrointestinale e raggiunge il colon dove viene fermentato dalla flora batterica ivi presente, formando idrogeno (H2). La maggior parte dell’idrogeno sviluppato viene assorbito dalla parete del colon ed entra nel circolo sanguigno, attraverso il quale raggiunge i polmoni e viene espulso tramite la respirazione. L’aumento dell’idrogeno nell’espirato durante il test è quindi un indicatore della carenza o assenza dell’enzima lattasi.
Il test ha una durata di circa 4 ore, prevede la somministrazione di una dose fisiologica di lattosio disciolto in acqua e successive determinazioni dell’espirato ogni 30 minuti.
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