
Come si svolge la visita cardiologica
10/08/2023
Per prevenire le malattie cardiovascolari, il primo approccio consiste nel sottoporsi a una visita specialistica dal cardiologo. Ma in che cosa consiste questo servizio e quali sono gli esami diagnostici che vengono effettuati per verificare lo stato di salute del nostro sistema cardiovascolare? Il Dr. Vincenzo Trani, Cardiologo di Habilita spiega che: «La visita cardiologica prevede una valutazione clinico-obiettiva del soggetto esaminato. Una volta che lo specialista ha rilevato i valori della pressione, ha raccolto i dati anamnestici ed effettuato l’elettrocardiogramma, è possibile formulare una prima diagnosi: si può quindi capire se per il soggetto sia necessario eseguire ulteriori approfondimenti, invasivi o non invasivi».
Qual è il passaggio successivo nel caso in cui siano necessarie ulteriori verifiche?
«Tra gli esami non invasivi è presente l’elettrocardiogramma sotto sforzo. Si tratta di un esame utile soprattutto nei casi di soggetti che presentano fattori di rischio cardiovascolare o che lamentano dolori toracici specifici. Il test consiste nella registrazione dell’elettrocardiogramma durante l’esecuzione di uno sforzo fisico con il paziente monitorizzato tramite elettrodi adesivi applicati sul torace e sul dorso, mentre pedala sul cicloergometro, a cui si possono applicare resistenze diverse in modo progressivo. Durante l’esame si presta molta attenzione ai sintomi che il paziente può avvertire, come il dolore toracico, e al loro rapporto con le eventuali variazioni dell’elettrocardiogramma. La prova è di 20 minuti circa e per tutta la sua durata l’attività cardiaca viene costantemente monitorata dal medico.
Successivamente, si passa al monitoraggio dinamico Holter, che consiste nell’esecuzione di un elettrocardiogramma per 24 ore. Un registratore portatile delle dimensioni di un pacchetto di sigarette viene applicato in vita al paziente e collegato alla cute con dei cavi sottili connessi a elettrodi adesivi. Questa indagine permette di valutare l’eventuale presenza di disturbi del ritmo cardiaco. Tra questi, i più frequenti sono la fibrillazione atriale e l’extrasistolia.
Con le stesse modalità si può monitorare, sempre in maniera non invasiva, la pressione arteriosa per 24 ore. Questo esame è utile non solo per il soggetto che ignora il fatto di essere iperteso, ma anche per chi, durante una normale visita di controllo, ha evidenziato dei valori elevati di pressione e vuole quindi approfondire se questa condizione è presente anche nella vita quotidiana.
Infine, c’è l’ecocolordoppler cardiaco che consente una valutazione della morfologia del cuore, del funzionamento degli apparati valvolari e tutto ciò che concerne la parte meccanica e indirettamente idraulica del cuore. Un esame di facile esecuzione che utilizza gli ultrasuoni, ovvero onde sonore innocue che, rifrangendosi sulle pareti del cuore, ne proiettano l’immagine su uno schermo: il cuore è così visualizzato in movimento e in tempo reale. Fornisce pertanto una valutazione sull’anatomia e sulla funzione del cuore, ovvero sulle dimensioni e il volume, sulle pareti, sulla contrattilità e sugli apparati valvolari. L’ecocardiogramma è fondamentale in tutti i casi in cui si vuole approfondire un sintomo (la dispnea per esempio) o un segno (soffio cardiaco) rilevato durante la visita cardiologica, quando si sospetta un aumento delle dimensioni delle camere cardiache. Alcuni esempi: alti voltaggi all’elettrocardiogramma, ombra cardiaca aumentata durante la radiografia del torace, storia di ipertensione arteriosa, idoneità all’attività sportiva agonistica».